La prima e più praticata attività  e tuttora in corso, è il monitoraggio delle Beccacce effettuato attraverso l’utilizzo del cane da ferma, in particolare questa attività viene svolta nel mese di Ottobre per tentare di capire, se possibile, le dinamiche del flusso migratorio nell’area Baltica, che rappresenta una delle aree con la più alta pressione venatoria legata al turismo. È stato subito chiaro che per ottenere dei risultati di una qualche valenza scientifica sarebbe stato necessario stabilire un criterio (protocollo) per l’effettuazione delle attività e per questo ci si è basati sul “Protocollo Operativo Nazionale per il Monitoraggio  della Beccaccia nelle aree di svernamento mediante cane da ferma”  definito d’intesa tra l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora ISPRA), l’Università di Genova – DIP.TE.RIS. e il Club della Beccaccia. Essendo questo protocollo definito per essere applicato, in Italia, durante il periodo di svernamento alcune sue parti sono state adattate alla zona, al periodo e allo scopo prefisso dal Comitato per il Santuario.

La valenza scientifica del monitoraggio con cane da ferma è confermata dal suddetto protocollo per il periodo e le zone di svernamento, si può supporre che la stessa valenza sia applicabile al monitoraggio effettuato nel periodo di migrazione nelle aree particolarmente vocate alla transito e alla sosta durante il viaggio di migrazione. Cosa possiamo derivare da questo monitoraggio? Prima di tutto informazioni, sul lungo periodo, sulla densità anno per anno, costanti le zone e il periodo, del passo in relazione con le condizioni climatiche.

A seguito dei primi sopralluoghi e dei sondaggi delle immense foreste di Vormsi sono state individuate 5 zone sulle quali impostare lo studio dei dati, nel corso degli anni ogni operatore con cane ha frequentato, più o meno intensamente, queste 5 zone e compilato le schede di rilevamento.

Incontri con la Beccaccia

Estraendo ed elaborando i dati raccolti nelle schede di monitoraggio abbiamo tentato di ricavare la frequenza degli incontri e quindi la densità delle beccacce sull’isola confrontandoli anno su anno e zona per zona. Ci siamo poi spinti a tentare un’analisi sulle caratteristiche degli ambienti e delle condizioni climatiche e per ultimo anche delle fasi lunari in cui sono avvenuti gli incontri.

Come già detto l’attività di monitoraggio è partita nel 2005 ed ha subito mostrato che la scelta dell’isola è stata una scelta indovinata. Nella prima stagione gli incontri sono stati abbondanti, anzi eccezionalmente abbondanti, malgrado ad operare sia stato solo un manipolo di coraggiosi. In effetti l’iniziativa non godeva ancora della giusta diffusione.

Affrontando un viaggio non da poco con i propri cani, i primi “operatori” hanno sperimentato, nell’ottobre di quell’anno, le potenzialità dell’isola ricavandone dati più che confortanti. L’occasione è stata anche colta, con il supporto di Sky e C.I.C., per girare una filmato professionale che ha dato, appena trasmesso sul noto canale tematico “Caccia & Pesca”, un grande risalto all’iniziativa.

Si può vedere dalle statistiche ricavate come quello sia stato addirittura l’anno migliore, confermato, si può dire, dall’ottima stagione venatoria alla Beccaccia anche in Italia.

Negli anni successivi al 2005 la situazione è stata “purtroppo” più regolare nel senso che malgrado la buona frequenza degli incontri non si sono più registrati i picchi del 2005, d’altra parte però dal 2006 al 2012 la presenza delle regine è sempre stata più che buona e gli incontri di grande soddisfazione perché, malgrado ci si sia spesso trovati di fronte a probabili uccelli di entrata, la loro scaltrezza ha dato spesso filo da torcere ai cani, con frequnti lunghe guidate coronate da bellissime ferme. Non sono mancate le beccacce fantasma che malgrado la loro certa presenza si sono alla fine eclissate volando lontane da cane e conduttore lasciando sul terreno solo le proprie deiezioni. Altra difficoltà che i cani hanno dovuto affrontare è stata proprio la quantità di dimore abituali con grandi quantità di “fatte” e spesso di coppie o piccoli gruppi di beccacce le cui emanazioni possono avere creato sovrapposizioni di odori.

Durante il periodo delle nostre attività, anche se a quelle latitudini non può essere definito un fenomeno eccezionale, la neve è caduta in quantità tale da coprire il terreno almeno un paio di volte.

Nel primo caso, nel 2010, la quantità di neve è stata di una certa rilevanza ed ha coperto i prati per due giorni e due notti, anche a causa della temperatura rigida che ne rallentava lo scioglimento; nei boschi però la neve si è limitata ad un velo di pochi centimetri che è svanita entro il secondo giorno. Le beccacce in quei giorni, cioè quelli immediatamente precedenti e quelli immediatamente successivi la nevicata, sono state molto abbondanti, tanto da poterne incontrare anche 6-7 in pochi minuti di ricerca con il cane.

Nel 2012 invece la neve è stata molto più abbondante e negli ultimi 4 giorni di lavoro ha ricoperto non solo i campi ma anche il bosco e il sottobosco, e benché potesse sembrare impossibile le beccacce sono state più numerose che mai e gli incontri, malgrado i cani dovessero destreggiarsi nella neve, si sono susseguiti senza soluzione di continuità.