Fin dall’inizio della esperienza di Vormsi uno dei principali obiettivi del sodalizio è stato quello di inanellare un congruo numero di Beccacce ad ogni spedizione. Nel 2006, su questo tema, era stata iniziata una collaborazione con degli ornitologi estoni e proprio in quell’anno una spedizione composta fra gli altri da Spanò e Pellegrini catturò ed inanellò la nostra prima Beccaccia sull’isola, un adulto, cui fu applicato l’anello “Estonia-Matsalu  U-441153”. Nei tre anni successivi (2007-2008-2009) però la situazione andò via via complicandosi per difficoltà burocratiche, mai completamente chiarite, la conseguenza fu che le nostre attività di inanellamento si interruppero. In quegli anni le nostre spedizioni si dovettero quindi accontentare di catturare Beccacce per il solo rilevamento dei dati biometrici, senza dubbio comunque interessanti, basti pensare al peso sempre elevato,  pur trattandosi in prevalenza di esemplari giovani- oltre 340 g in media: più di una decina di Beccacce rilasciate senza anello! Finalmente, nella primavera del 2010, una coincidenza e l’intraprendenza di Marco Panzacchi permisero di avviare una fattiva comunicazione con il Dott. Fernando Spina dell’ISPRA che fatto partecipe delle nostre difficoltà in Estonia ci mise in contatto con la persona giusta: il Dott. Karel Kaisel a capo di una organizzazione di inanellatori estoni che subito ci dimostrò una grande disponibilità e, ancora Marco dalla Lituania, dove si trovava, nell’estate raggiunse il Dott. Kaisel a Lihula, dove questi dirige un centro di inanellamento, e prese accordi per lavorare insieme a noi nell’ottobre di quell’anno. Così, nell’ottobre 2010, abbiamo avuto finalmente l’opportunità di condurre una campagna di inanellamento efficace con risultati che, un po’ scottati dagli anni precedenti, hanno stupito tutti, per primi i partecipanti. La valenza scientifica dell’inanellamento nello studio delle migrazioni è ormai consolidata da oltre un secolo , da quando Mortensen ha iniziato ad inanellare i primi storni in Danimarca.  Altre tecniche moderne (radiotracciamento satellitare, analisi del deuterio nelle penne) danno informazioni qualitativamente molto importanti ma solo l’inanellamento, per l’elevato numero di individui che può essere coinvolto, può dare informazioni “statisticamente” valide. Le zone di cattura A seguito dei primi sopralluoghi e sondaggi delle ampie praterie, condotti dal 2005 in poi, era stato possibile individuare alcuni prati molto interessanti, alcuni sfalciati e in parte pascolati da bovini, la spedizione 2010 poi, inaugurata da Marco Panzacchi e Martina Vitelli, giunta sull’isola già all’inizio di ottobre aveva confermato che i prati da noi scelti negli anni precedenti,  ormai ben conosciuti, erano in ottime condizioni, ad esclusione di quello di Fallarna (dove era stata inanellata la Beccaccia del 2006) abbandonato dai cavalli che prima vi pascolavano e ne facevano un perfetto campo di azione. Le zone migliori sono state quindi frequentate quasi ogni sera dai team di cattura. L’immagine seguente evidenzia le praterie scelte, alcune altre praterie sono state ugualmente  “testate” con l’approccio del saggio. Andamento dei lavori Prima del 2010, tutti i nostri tentativi si erano infranti sulla burocrazia estone, ad un iniziale accordo per la disponibilità di anelli erano seguiti tre anni di malintesi, vane promesse e spedizioni andate a vuoto. Ciononostante tutti i visitatori che si sono succeduti sull’isola hanno tentato la cattura di qualche beccaccia,oltre quella inanellata nel 2006, alcune beccacce sono state catturate e rilasciate, malgrado non sia stato potuto inanellarne  è stata comunque un’esperienza molto coinvolgente e interessante per tutti i partecipanti. Poi, come detto, nel 2010 la possibilità di inanellare beccacce su Vormsi è diventata realtà e fino ad oggi oltre 40 beccacce sono state catturate e portano alla zampa un prezioso anello ricevuto in dono dalla nostra organizzazione. Non si tratta di un numero particolarmente elevato ma la distanza dall’Italia e le scarse finanze non consentono campagne lunghe e articolate così ci si deve accontentare di una decina di notti di tentantivi a volte sfortunati come quando la neve ha impedito una più assidua frequentazione dei campi oppure, se poi si pensa alla volubilità della nostra regina durante la migrazione quando una notte si mostra numerosa ma nervosa e l’altra completamente assente.